mercoledì 17 febbraio 2016

O pensione che si fugge tuttavia


Noi vediamo i vecchietti, e, almeno personalmente, sembrano tante tartarughe, e mai ci soffermiamo a pensare che tra 20,30 o 40 anni noi diventeremo come loro. Una vita di sacrifici, tanto lavoro, con la voglia di godersi la meritata pensione e un po' di tempo libero. Ecco, oggi la pensione non rappresenta più quell'isola felice capace di allontanare le nuvole nere di un'esistenza , ma è lei stessa un tornado forza 4 che spazza via tanti progetti.

In un mondo che invecchia e l'aspettativa di vita è sempre più ottimistica, sono tanti i governi che hanno deciso di riformare e modernizzare i sistemi pensionistici.
Secondo il report dell' OECD (2015),  i progressi sono tangibili ed efficaci, molte nazioni, infatti, hanno aumentato l'età del pensionamento, portandola oltre i 65 anni, qualcuno a 67, altri addirittura a 70. Logicamente, nessuno è felice di andare in pensione ad un'età così avanzata, ma i politici e i riformatori sono sicuri che, seppur in età avanzata, potremo goderci tanti anni da pensionati, grazie ad un'aspettativa d vita crescente.
Ci sono due punti di vista, quelli che vedono la pensione come un traguardo semi-raggiungibile e quelli che la vedono con il cannocchiale. In Italia, chi è prossimo alla pensione, a seguito delle molteplici riforme, vede slittare in avanti l'età di pensionamento, ritrovandosi come un vecchio Achille che gareggia con la tartaruga. Mentre, per i giovani, colpiti in gravissimo modo dalla crisi di questo millennio, a causa della disoccupazione e contratti anomali, la pensione arriverà, forse, tanto tanto in là.
La crisi ha messo in ginocchio oltre che i pensionati anche le pensioni stesse. Gli interessi bassi, dovuti sia da un senso di prudenza sia dalla crescita frenata dei mercati, rendono difficile avere un ritorno sufficiente e necessario per mantenere i livelli adeguati di guadagno, sia per i pensionati sia per le casse previdenziali.

I sistemi pensionistici di tutto il mondo si trovano ad affrontare così due fattori essenziali per calibrare e organizzare gli investimenti necessari.
  • Il rischio della longevità, eh sì è un rischio per i fondi pensionistici, è il rischio più grande sia in termini economici che sociali, in quanto la popolazione vive più a lungo dei risparmi accumulati, questa differenza dovrà essere colmata dalle generazioni future o dai governi. Per ridurre l'impatto del rischio di longevità, una regola generale è quella di alzare la soglia del pensionamento, in modo da bilanciare gli anni in pensione con gli anni effettivamente lavorati. Questa strategia è messa in atto da Australia, Germania, Giappone e Regno Unito.
    fonte: Melbourne Mercer Global Pension Index Infographic, 2015
  • La sicurezza finanziaria dei fondi è un punto critico per assicurare ai pensionati una stabilità economica, ed è o dovrà per forza diventare un focus politico di primaria importanza. La sicurezza finanziaria è data da due fattori, uno è il livello di asset detenuti dai fondi pensione, e l'altro è il debito pubblico. Gli asset finanziari sono accumulati per garantire i benefit pensionistici e sono i contributori principali della sostenibilità di lungo periodo delle pensioni. D'altra parte, il debito nazionale è un'approssimazione della capacità dei governi di far fronte a pensioni non coperte nel futuro


fonte: Melbourne Mercer Global Pension Index Infographic, 2015

Questo grafico indica, in termini percentuali di Pil, i livelli dei fondi messi da parte dai governi per pagare le prossime pensioni. Più la percentuale è alta più il sistema pensionistico è sostenibile nel lungo periodo e può affrontare anche rischi non calcolati o cambiamenti demografici repentini.
Come vediamo, a livello mondiale, l'Italia è sicuramente lontana anni luce dall'avanguardia pensionistica delle nazioni più progredite, come Danimarca, Paesi Bassi e Svizzera.

Il report Melbourne Mercer Global Pension Index (2015) analizza e classifica i sistemi pensionistici in base a tre criteri, adeguatezza (benefici, risparmi, crescita degli asset), integrità (normativa, governance del rischio, livello di fiducia dei cittadini), e sostenibilità (adesione a schemi  complementari, aspetti demografici e macroeconomici).
fonte: Melbourne Mercer Global Pension Index Infographic, 2015

L'Italia totalizza dei buoni risultati nei punti di adeguatezza e integrità, anche se sensibilmente inferiori alla prima della classe Danimarca, mentre per quanto riguarda la sostenibilità è uno dei paesi più arretrati, dove la previdenza privata e schemi complementari sono ancora poco diffusi ed utilizzati.
Il sistema pensionistico italiano è sempre più insostenibile anche dal punto di vista economico, l'Italia ha speso tra il 2010 e il 2015 il 15,7% del Pil nazionale, precisamente il doppio rispetto agli altri paesi europei, cioè l'8,4%.
Per migliorare, l'Italia dovrebbe aumentare il livello di contribuzione, aumentare il tasso di partecipazione dei lavoratori di età tra 55-64, una fascia spesso sotto-valorizzata, rendere meno disponibili i benefici prima del pensionamento e ridurre il debito pubblico.
Ora più che mai bisogna adottare un piano coordinato, o come vorrebbe Steiner, un'azione triarticolata che agisca su più piani e livelli, una coordinazione coerente del mercato del lavoro, delle pensioni, delle strutture finanziare e della società. Così facendo, si assicura un'ottima qualità di vita per godersi i risparmi di una vita.

Anche a livello sociale bisogna evolversi e rendersi conto che la pensione non decreta la fine dell'uomo, ma è solo una parte, si spera piacevole, dove coltivare interessi e rimanere attivi ed integrati nella società.
Invece, sempre più si assiste all'occultamento degli anziani, ormai ritenuti economicamente svantaggiosi, in quanto non più produttori di reddito e consumatori ridotti.

Un bellissimo film, che consiglio a tutti, è Quartet, diretto da Dustin Hoffman, si incentra nella vita di una casa di riposo per musicisti. E' interessante vedere come l'interazione con il pubblico e la voglia di fare ciò che si ama riaccenda la scintilla negli occhi di questi scontrosi, volatili e particolari vecchi signori.

Integrare la parte anziana della nostra società ci permette sicuramente di far tesoro di consigli e "dritte" sulla vita, senza le quali ci risulta più difficile vivere.



"Nella gioventù raccogliamo conoscenze, facciamo esperienze di vita, nutriamo speranze che solo più tardi possiamo valorizzare. Più ci avviciniamo alla vecchiaia e più cominciamo ad amare la saggezza della vita"

R. Steiner, L'Amore e il suo significato nel mondo, 1912

Non bisogna rinnegare la vecchiaia, ma arrivarci in salute, ancora pieni di speranza, e speriamo anche con una buona pensione.

Al prossimo incontro,
Eleonora










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